Quella
sera Oscar chiese alla nonna il motivo dell'assenza di Andrè.
Anche la vecchia governante pareva molto felice e, come sempre quando parlava
di qualcosa che le stava a cuore, balbettava. "Si sposa Oscar, si
vuole sposare!".
Lei non
fece a tempo a chiedere di più, che la balia era uscita dalla stanza.
Non realizzò subito il significato delle parole dell'anziana nonnina,
ma piano piano tutto fu chiaro nella sua mente. Le vennero le vertigini,
no, non poteva essere, non il suo Andrè, perché una decisione
simile e chi era la sua fidanzata? Forse quella Patricia? Ma
com'era possibile? Fino a pochi giorni prima era stata curiosa di
sapere se lui aveva o meno una ragazza ma ora, venire a conoscenza così
di botto che stava per sposarsi…era troppo. Andrè...Andrè
se ne sarebbe andato, Andrè avrebbe avuto una donna, dei figli,
Andrè non sarebbe più stato con lei. Doveva dirglielo?
Non sapeva neppure lei cosa avrebbe dovuto fare. Doveva però
fare in modo di parlargli, ma se poi lui l'avrebbe respinta? In fondo
lui amava quella ragazza dal momento che stava per sposarla. Oscar
non sapeva veramente che fare. Si rese allora conto del significato
vero dell'essere donna. Voleva esserlo, per lui.
Decise
che gli avrebbe parlato al più presto. Doveva sapere.
Il. giorno dopo bighellonò in giro, qua e là. Non era
da lei fare così, di solito quando era libera da impegni, si allenava
con la spada. Prese una decisione e andò a Parigi. Andrè
non si era fatto vivo per tutto il giorno e la nonna aveva detto che quel
mattino si era alzato presto ed era andato a trovare un amico. Oscar
si avviò verso la città, non sapeva bene dove andare sentiva
però il bisogno di bere. Andò il un posto chiamato "La Bonne
Table", di solito ci andava con André dopo essere smontata dal servizio.
Gia'
Andrè.. chissà dov'era ora. Magari con quella ragazza.
Forse era meglio accettare le cose come stavano, in fondo lei non poteva
impedirgli di essere felice. Era stata lei dopotutto a dirgli che
non aveva più bisogno di lui e quindi era giusto che lui si creasse
una sua vita.
Dopo
aver bevuto l'ultimo boccale di vino si alzò e si diresse verso
l'uscita. Mentre stava aprendo la porta, vide dall'altra parte del
locale Andrè in compagna di un uomo. Lo guardo' bene ma non
lo conosceva. Chi era? C'entrava forse col matrimonio?
Comunque non si avvicinò al loro tavolo e tirandosi su il bavero
del mantello, uscì. Si. diresse verso casa, ormai era buio
ed era probabile che suo padre e la sua famiglia la stessero già
aspettando. Non si rese conto che quella era la sera della vigilia
di Natale. Quando arrivò la governante era sulla soglia "Oscar,
dove sei stata? Ma senti, puzzi di vino come un vecchio ubriacone!
Fatti un bagno poi scendi, i tuoi genitori sono già a tavola e ci
sono anche le tue sorelle, non ti sarai per caso dimenticata che giorno
è oggi spero?" "Ma no, nonna, che dici!" Preferì non rivelare
che invece non ci aveva ancora pensato. "Ah, quel ragazzaccio!
Chissà dove si è cacciato!" brontolò la vecchia Marron
Glaces. "E dire che lo sà che ci tengo che sia presente per
fare gli auguri!" Oscar non disse di averlo incontrato a Parigi.
A tavola
erano presenti tutti: il generale e sua moglie, le sorelle, i cognati e
i 2 nipotini di Oscar: Charles e Lelou, erano i figli di Ortence, la sorella
maggiore.
Era sempre
stata la più bella della famiglia Jarjayes e la preferita di Oscar,
poi si era sposata ed era andata a vivere ad Orleans. Oscar la vedeva raramente,
ma quando si incontravano sembrava che non si fossero mai separate.
Ortence
intuì che c'era qualcosa che non andava e decise di parlarne ad
Oscar. "Vuoi confidarti, sorellina?" le domandò dopo cena,
mentre tutti sorseggiavano il caffè in salotto. Le due ragazze
si erano appartate sul portico del palazzo. "Non ho nulla Ortence,
sono solo un pò preoccupata per il mio nuovo incarico"
"Non credo sia solo questo, Oscar, penso che sotto ci sia molto di più''
alla sorella non sfuggiva nulla. ".Se non vuoi parlarne con me và
bene, ma dovresti sfogarti con qualcuno..magari discutine con Andrè..siete
come fratello e sorella e penso che..." si interruppe, lo sguardo di Oscar
si era fatto triste e pensieroso. Sorrise, aveva capito che c'era
sul serio qualcosa che tormentava sua sorella e quel qualcosa era molto
probabile che si chiamasse Andrè.
Quando
tutti si furono ritirati e le urla dei due bambini avevano lasciato il
posto solo allo scoppiettio della legna nel camino, 0scar era ancora alzata.
La notte di Natale, il suo compleanno..e Andrè dov'era? Dove
sarebbe stato in futuro?
Questi
pensieri le impedirono di udire gli zoccoli di un cavallo che era entrato
nel cortile. Oscar andò al balcone e lo vide. Era tornato
a casa, il suo cuore batteva forte. Decise di aspettare che entrasse, si
fece trovare seduta sulla poltrona davanti al caminetto, con un bicchiere
di brandy in mano. "Ancora sveglia?" domandò lui appena la
vide. Lei non rispose. "Penso che mia nonna domani mi staccherà
la testa dal collo ci teneva che fossi presente stasera". Oscar sorrise
pensando alla scena che avrebbe avuto luogo l'indomani.
"Sai
Oscar, sono contento di trovarti ancora in piedi, volevo farti gli auguri".
Oscar finalmente si decise a chiedere spiegazioni riguardo al mistero che
la stava distruggendo. Almeno sapere quando si sarebbe svolta la cerimonia.
"Allora, avete fissato una data?" Andrè la guardo interrogativamente
"Vedo che la lingua della nonna è più lunga di quella delle
dame di corte, peccato, avrei voluto dirtelo io stesso". Rispose
lui. "Che differenza fa?" "Beh, - disse lui - Patricia è mia
cugina dopotutto." Oscar lo guardò sbalordita e per poco non le
cadde il bicchiere di mano. Andrè se ne accorse ma non disse
nulla. "Oggi mi sono incontrato con Alain, un mio amico. E'
lui che se la dovrà sopportare. Sai, pare l'abbia conosciuta
mentre lei stava discutendo con un tale che la stava importunando.
Sono comunque convinto che l'avrebbe sistemato anche da sola, senza alcun
aiuto."
Oscar
non lo ascoltava più, le era bastato sentire solo che non era lui
a sposarsi. Si mise a ridere e Andrè non capì "Vabbè
Oscar, vado a dormire, domani devo tornare a Parigi, Alain mi ha chiesto
di essere suo testimone e.." "Non c'è bisogno che mi dai alcuna
spiegazione, Andrè" lo interruppe lei. Andrè si allontanò,
poi però tornò indietro e si fermò di fronte a lei
e con aria divertita disse "Spero che un giorno mi dirai perchè
ora ridi tanto. Comunque buon Natale e ... buon Compleanno" così
dicendo estrasse dalla giacca una splendida rosa bianca e gliela porse.
Oscar
restò in silenzio per un attimo, ora lui la guardava intensamente
e lei in quello sguardo lesse tutto l'amore che le portava, si rese conto
che lui non l'avrebbe mai lasciata, le sarebbe sempre stato vicino in qualunque
circostanza.
Le salirono
le lacrime agli occhi. Prese la rosa tra le dita con voce rotta di
commozione e gli disse "Grazie, Andrè, sei molto caro". Lui
le sorrise e si allontanò. Come aveva potuto pensare che lui si
sarebbe sposato, era stata sciocca, aveva sottovalutato i sentimenti di
quell'uomo che l'amava così tanto.
Guardandolo
andar via Oscar decise che presto gli avrebbe confessato di amarlo.
Gli avrebbe gridato tutto 1'amore che sentiva crescerle piano piano dentro.
Era così diverso da quello che aveva provato per Fersen, ora sapeva
chiaramente cosa si provava ad essere innamorati. Quella rosa che ora stringeva
era il simbolo della sua femminilità rinata, l'avrebbe conservata
con cura in attesa di poter donare all'uomo della sua vita tutta se stessa.
Fine
Alex